Startup e Pmi innovative: la relazione annuale
Online la Relazione annuale 2016 al Parlamento sullo stato di attuazione e sull’impatto della normativa in favore delle startup e delle Pmi innovative.
La relazione è frutto dell’analisi sui risultati dello Startup Act italiano, ormai entrato nel suo quinto anno di operatività. L’iniziativa è da sempre aperta all’esigenza di favorire un monitoraggio diffuso e stimolare una valutazione indipendente.
Alla relazione hanno contributo 20 diverse istituzioni e organizzazioni dell’ecosistema. Il testo è articolato in sei capitoli.
Le startup innovative iscritte al Registro delle imprese hanno superato quota 6.700, vale a dire oltre il doppio rispetto al 2014. E’ uno dei dati contenuti nella Relazione annuale 2016 sullo stato d’attuazione e sull’impatto delle policy per le startup e pmi innovative messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico. La crescita di questo particolare settore di attività economica, che si basa sugli ‘atti’ adottati nel 2012 (decreto legge Crescita 2.0), nel 2015 (decreto legge Investment compact) e alla fine del 2016, con il Piano Industria 4.0 contenuto nella legge di bilancio, è esponenziale: in sei mesi si registra un +12%, in un anno un +31% e in due anni un +112%.
Guardando alla distribuzione sul territorio, emerge il primato del Nord-Ovest (30,7%), con la Lombardia in testa tra le Regioni (22,5%) e Milano prima tra le province (15%). Lo 0,42% delle società di capitali italiane, dice il rapporto, è una startup innovativa, ma in alcuni settori economici queste rappresentano una quota molto più elevata: il 25,6% tra quelle di ricerca e sviluppo, l’8% nella produzione di software e lo 0,6% nel manifatturiero. In ogni caso, gran parte delle startup innovative (75%), opera nei servizi, mentre il 18% è attiva nell’industria. Anche per quanto riguarda la forza lavoro viene tracciato un quadro di piena salute: tra soci e dipendenti il totale è di poco meno di 35mila persone (+44% in un anno). (ANSA)