Lista provvisoria delle attività aperte: scioperi in arrivo?
Stretta sui lavoratori e sui consumi: la lista provvisoria delle attività che resteranno aperte potrebbe causare scioperi.
Con l’entrata in vigore delle misure restrittive annunciate dal premier Giuseppe Conte per affrontare l’emergenza COVID-19, è stata stilata una lista di attività a cui è consentita l’apertura.
Le filiere ritenute essenziali sono quelle legate al settore alimentare, farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Tuttavia, la presenza di ben settanta voci scontenta i sindacati. La lista è, a loro parere, troppo estesa e mette a rischio la sicurezza dei lavoratori.
In questi giorni, non sono infatti poche le proteste dei lavoratori impiegati in servizi essenziali: l’apertura di supermercati, discount e negozi d’alimentari ha provocato una vera e propria corsa agli scaffali. I commessi sono costretti a turni massacranti e all’esposizione al rischio, per garantire i rifornimenti. Da questo punto di vista, alcune Regioni hanno prodotto ordinanze per ridurre gli orari d’apertura, o è stata indetta la regolazione del flusso d’ingressi a un numero che può garantire la distanza di sicurezza. Tuttavia, ciò ha prodotto malcontento sia tra i commessi, che ribadiscono la scarsità di prodotti atti a proteggerli, sia tra i consumatori che continuano ad accalcarsi fuori dagli alimentari.
Differente, la necessità di tenere aperte a oltranza farmacie e parafarmacie, sebbene anche lì si denunci la scarsità di strumenti di protezione.
A rischio, inoltre, il settore trasporti. Appare corretto garantire il trasporto di merci e una ridotta linea per permettere spostamenti urbani (in città come Roma i mezzi pubblici possono essere necessari anche per fare la spesa). Tuttavia, tenere a disposizione linee ferroviarie adibite a trasporto passeggeri, noleggio auto con conducente e soprattutto taxi, è un controsenso verso le basilari norme di sicurezza stabilite dai passati decreti. Oltre a mettere a rischio i passeggeri, le condizioni in cui gli addetti ai trasporti svolgono le proprie mansioni non sono in sicurezza.
Maglie larghe anche su tabaccai ed edicole, mentre chiudono il Lotto, il Superenalotto, Gratta e vinci e slot machine. A differenza delle attività bancarie, assicurative e postali che sono garantite, sebbene l’INPS abbia preso provvedimenti nel dilazionare la consegna delle pensioni, così da ridurre l’assembramento presso gli uffici postali.
Nella lista delle attività ancora aperte troviamo l’industria delle bevande, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile relativa alla produzione di indumenti lavorativi. Non vengono interrotte neanche le produzioni di gomma, materie plastiche e prodotti chimici. Neanche la filiera della carta e delle raffinerie petrolifere trovano stop.
Idraulica, installazione di impianti elettrici, riscaldamento o condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche attive a pieno regime, come la gestione fognaria e di raccolta dei rifiuti.
Sembra che la chiusura non sia prevista neanche per servizi veterinari, call center, servizi di vigilanza privata e attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche. Di sicuro, nell’ambito della pubblica amministrazione, persistono l’assicurazione sociale obbligatoria, la difesa e l’assistenza sanitaria. Esclusi, invece, i servizi di assistenza sociale.