Emergenza epidemiologica: cosa succede alle imprese?
In data 11 marzo 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha emesso un ulteriore decreto con disposizioni per il contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
In corrispondenza con l’annuncio da parte dell’OMS dell’allarme pandemia, le misure del Governo prevedono che da oggi 12 marzo, fino al 25 marzo, restino chiusi negozi, attività artigianali e reparti produttivi non indispensabili.
Le attività aperte secondo il decreto
Restano aperte le attività commerciali che garantiscono beni e servizi di prima necessità, come generi alimentari, farmacie, edicole, lavanderie e assistenza alle attrezzature informatiche. Esse possono continuare l’attività nel rispetto delle misure di contenimento del virus.
Restano garantiti, inoltre, i servizi bancari, finanziari, assicurativi, e le attività dei settori agricoli, zootecnici di trasformazione agro-alimentare, farmaceutiche, ecc.
Le richieste del Cndcec e Confindustria
A farne le spese maggiori, i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese, che non sono in grado di sostenere la perdita economica provocata dall’inevitabile chiusura.
Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) e Confindustria hanno elaborato delle proposte da sottoporre al Governo, tra queste:
- la sospensione dei versamentie degli adempimenti tributari, contributivi e assistenziali e relativi all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni;
- la previsione di un periodo congruo di rateazione dei pagamenti sospesi;
- la sospensione, per il periodo d’imposta 2020 (e 2019, per la maggiorazione Ires) della plastic tax, sugar tax e della maggiorazione Ires sui concessionari autostradali, aeroportuali, portuali e ferroviari;
- la sospensione di tutti i termini processuali tributari e di quelli di impugnazione di atti e sentenze;
- Consentire a tutte le società il rinvio dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2019 a 180 giorni:
- Facendo rientrare la straordinarietà della situazione tra le particolari esigenze relative alla struttura delle società (art. 2364 comma 2 c.c.), qualora lo statuto lo permetta;
- Garantendo il rinvio dei termini d’approvazione del bilancio per tutte le società tramite un intervento normativo.
La seconda ipotesi è la più auspicabile, anche tenendo conto delle norme sulla sicurezza sanitaria emanate di recente che risulterebbero di difficile attuazione nelle riunioni dei CdA necessarie per il procedimento d’approvazione di bilancio. Soprattutto considerando che il DPCM del 9 marzo 2020 e quello dell’8 marzo 2020 hanno sospeso le riunioni degli organi collegiali in presenza.
Provvedimenti per l’emergenza
Già l’emergenza epidemiologica COVID-19 aveva portato consistenti modifiche al calendario fiscale. L’articolo 1 del Decreto Legge n. 9 del 2 marzo 2020 prorogava le scadenze fiscali riguardanti gli oneri detraibili, l’invio delle Certificazioni Uniche e del Modello 730, oltre alla sospensione del pagamento del mutuo.
Inoltre, l’ABI e le Associazioni d’impresa hanno stipulato un accordo al fine di estendere la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento dei prestiti concessi fino al 31 gennaio 2020.
Per i lavoratori, il Governo ha introdotto procedure semplificate per presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
I datori di lavoro del settore privato, possono presentare domanda di cassa integrazione salariale in deroga, per un periodo massimo di tre mesi; i lavoratori autonomi hanno riconosciuta un’indennità mensile di 500 euro per tre mesi.
Per le imprese, la situazione è differente. Per assicurare liquidità, sono previsti mutui a tasso zero per l’estinzione di debiti bancari, della durata massima di 15 anni. Inoltre sono stati sospesi i termini per il pagamento dei contributi dal 23 febbraio al 30 aprile 2020, con possibilità di ricorrere alla rateizzazione.
Sono altresì sospesi per un anno i mutui agevolati concessi da Invitalia e i termini di pagamento per i versamenti dei premi assicurativi. Il Fondo SIMEST, che concede finanziamenti a tasso agevolato per programmi di penetrazione commerciale all’estero, è stato incrementato di 350 milioni di euro.
Le imprese possono inoltre richiedere l’accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, garantito dall’Unione Europea e lo Stato Italiano.