Guerra dei dazi: niente aumento sul Made in Italy
La guerra dei dazi raggiunge una tregua: la revisione delle liste di merci UE colpite dai dazi statunitensi non presenta olio, pasta e vino.
La lista, emanata lo scorso ottobre in seguito alla sentenza del Wto sul caso Airbus, prevedeva un’imposta del 25% su prodotti europei di vario genere (tra cui il Parmigiano). L’aggiornamento, tuttavia, ha portato solo alla sostituzione di alcuni prodotti e all’inasprimento dei dazi (dal 10 al 15%) sui velivoli Airbus importati dall’Europa a partire dal 18 marzo.
Lista nera. I grandi assenti dai dazi: vino, olio e pasta
Il lavoro diplomatico portato avanti ha dato i suoi frutti nella tutela del Made in Italy. Le argomentazioni a sua difesa, presentate da Scalfarotto e dall’ambasciata italiana a Washington, sembrano aver convinto i rappresentanti della Casa Bianca, Ustr, Dipartimento del Commercio e Dipartimento di Stato e Congresso.
Tuttavia, nonostante la soddisfazione di Scalfarotto, Di Maio, Di Stefano e Amendola, la fine delle tribolazioni appare lontana. La black list statunitense sarà riaggiornata tra 180 giorni e il problema dei dazi è ancora primario nell’agenda politica attuale.
Il settore agroalimentare e dell’eccellenza italiana rischiano, infatti, di essere fortemente compromessi dalla politica trumpiana. Le minacce del presidente USA di aumentare i dazi fino al 100% sono ancora vive e si necessita quanto prima di un accordo tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti per risolvere la questione Airbus. O, perlomeno, è primario il bisogno di costruire un’agenda positiva sul commercio che apra l’accesso ai rispettivi mercati.