Saldi al via. Dal 5 in tutta Italia
Al via ieri i saldi invernali 2017 in Basilicata e Sicilia, oggi tocca alla Valle d’Aosta e il 5 gennaio in tutte le altre regioni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà 344 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro. “Dopo un Natale così così, la speranza passa ora per i saldi. Non saranno però saldi col botto. La nostra stima è che gli italiani spenderanno mediamente come nell’anno precedente”, ha detto il presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio, Renato Borghi. “Le vendite di fine stagione saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori ma, per noi commercianti, non saranno sufficienti a colmare un gap di consumi fortemente condizionato da un andamento sempre più incerto ed altalenante. C’è da dire che, nonostante i timidi segnali di fiducia registrati a dicembre, gli eventi terroristici e di natura socio-politica non aiutano a far trovare una stabilità di cui tutti abbiamo bisogno per affrontare al meglio il futuro e confidare nell’uscita del nostro Paese dalla crisi”, ha spiegato Borghi.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo averlo acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come “Saldi Chiari”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli”.
Consumatori: acquisti per 39% famiglie, spesa 180 euro – I saldi partono in tutta Italia il 5 gennaio, ma Federconsumatori e Adusbef non prevedono assalti ai negozi, dal momento che solo il 39% delle famiglie farà acquisti, con una spesa media di 179.92 euro a famiglia, appena lo 0,3% in più rispetto allo scorso anno e con forti differenze tra Nord e Centro-Sud. “Tali dati – si legge nella nota delle due associazioni – lasciano trasparire la situazione di forte disagio che molte famiglie stanno vivendo, a cui si aggiunge un atteggiamento di cautela e preoccupazione visti gli aumenti già annunciati per il 2017 che, aggiornati alla luce degli ulteriori aumenti tariffari di luce e gas, nonché delle tariffe autostradali, ammonteranno complessivamente a oltre +771 euro annui a famiglia. Per un aiuto concreto teso a risollevare i consumi è necessario agire prima di tutto attraverso un piano straordinario teso a creare occupazione e attuare una redistribuzione dei redditi. Inoltre sarebbe utile, come sosteniamo da anni, una completa liberalizzazione dei saldi”.
Codacons, vendite deboli (5%), 175 euro a famiglia – Sarà quasi una famiglia su due (il 45%) ad approfittare dei saldi che scattano il 5 gennaio, ma con acquisti mirati e un budget che scenderà di circa il 5% rispetto allo scorso anno, senza superare in media i 175 euro a famiglia. E’ quanto prevede il Codacons, secondo cui i ribassi sono di fatto già partiti in 1 negozio su 3 in tutta Italia. Alla base della mancata ripresa delle vendite, secondo l’associazione, l’eccessiva vicinanza tra le feste natalizie e la partenza dei saldi e l’influenza del commercio online. “È oramai evidente a tutti come i saldi di fine stagione siano obsoleti – afferma il presidente Carlo Rienzi – Si tratta di una pratica medievale che ha perso appeal tra i consumatori, come dimostrano i dati tragici sulle vendite degli ultimi anni. A determinare la morte dei saldi, oltre alla crisi economica, l’avvento del commercio online, che consente agli utenti di acquistare tutto l’anno prodotti scontati, senza limiti temporali. E’ quanto mai necessario rivedere totalmente la politica degli sconti di fine stagione, liberalizzando il settore e lasciando maggiore libertà di scelta ai commercianti”.
Fonte: ANSA